7 gen 2010

Proloterapia neurale

A cura dott. L. Bassani
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INTRODUZIONE
La classica proloterapia fu sviluppata nel 1940 da un traumatologo americano il Dr George Hackett. Lui usava iniezioni di Sylnasol, un agente sclerosante usato comunemente a quel tempo per la sclerosi delle vene, emorroidi ed ernie. Egli infiltrava i legamenti lassi e deboli col Sylnasol per renderli più forti. Hackett pensava che i legamenti deboli erano la causa della maggior parte dei dolori articolari e legamentari e che il loro rinforzo avrebbe risolto il dolore. Ebbe certamente molto successo e pubblicò 16 articoli e un libro. Hackett dichiarava una percentuale dell’80% di successo per il trattamento del rachide lombosacrale e di molte altre situazioni dolorose.Dopo che il Sylnasol fu tolto dal mercato nel 1950 furono usate molte altre soluzioni sclerosanti che sono tuttora in uso in USA e in moti altri paesi. Una delle soluzioni sviluppate fu il P2G che contiene glucosio, glicerina e acido fenico.Questa soluzione fu anche usata in Nuova Zelanda dal Dottor. Milne Ongley ma causò troppi effetti collaterali a tal punto da portare alla cancellazione del Dott. Ongley dall’albo dei medici nel 1974. Si evidenziò nel fenolo il responsabile di occasionali serie reazioni avverse.Altri medici in USA, Australia e altri posti continuarono a usare infiltrazioni di glucosio e non furono riportati altri effetti collaterali eccetto una temporanea e leggera irritazione.Un crescente numero di studi sulla proloterapia negli ultimi 40 anni hanno indicato da buoni a eccellenti risultati dal trattamento con le infiltrazioni di glucosio per condizioni dolorose interessanti le articolazioni, i legamenti e i tendini.Con l’avvento della medicina basata sull’evidenza negli ultimi 20 anni la richiesta di ricerca scientifica è divenuta molto impegnativa e finanziariamente molto al di la delle possibilità di molti ricercatori a meno che non supportata da grandi sovvenzioni dell’industria farmaceutica.Un risultato con un buon alto livello di evidenza (livello 1&2 in una scala di 5) nella ricerca sulla proloterapia è stato quasi impossibile da raggiungere, ma tre ricercatori, il Professor Michael Yelland dall’Australia il Professors David Rabago e il Prof. Dean Reeves dagli USA hanno migliorato il trend con eccellenti studi pubblicati recentemente.Il Dottor John Lyftogt ha pubblicato quattro studi nella rivista australiana di medicina muscoloscheletrica fino al 2005 ed è coautore di un trial randomizzato livello 2 pubblicato nel British Journal of Sports Medicine nel giugno 2009
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PROLOTERAPIA SUPERFICIALE
Il Dr John Lyftog è stato medico di base sin dal 1978 ed era il partner senior nel Centro Medico Parkland. Ha avuto un training intensivo dopo la laurea e pratica in medicina dello sport e muscoloscheletrica. Ha iniziato la pratica della proloterapia dopo aver completato un corso di proloterapia col Dottor. Margaret Taylor in Adelaide nel 2003. E’ stato un proloterapeuta a tempo pieno sin dal 2004.Le iniziali ricerche del Dr Lyftogts si sono concentrate sul trattamento dei problemi relativi al tendine d’Achille di cui ne ha trattati più di 300 con un successo maggiore del 90%. Ha pubblicato quattro articoli sui tendini d’Achille. La tecnica sviluppata per il trattamento del tendine di Achille differisce dalla proloterapia classica. In questa tecnica infatti le infiltrazioni sono eseguite sottocutanee mentre si fa grande attenzione a evitare contatti con le strutture tendinee. Questo protocollo di ‘neural proloterapia’ o ‘proloterapia sottocutanea’ fu esteso con successo al trattamento del tennis elbow’, ginocchia dolorose, spalle, collo, anche, caviglie,lesioni ai muscoli e lombosacrale. I risultati sono consistenti e in un follow up di due anni gli studi hanno mostrato una percentuale di successo tra 80-100%. Il trattamento è anche meno invasivo rispetto alla proloterapia classica.Poichè la neural proloterapia non mira ai tendini, legamenti o articolazioni la questione che si pone è cosa causi questo, talora, importante decremento del livello del dolore anche solo dopo pochi trattamenti. Un’ipotesi di lavoro sviluppata ipotizza che il glucosio favorisca la riparazione del tessuto connettivo nei tronchi nervosi sotto la pelle nello stesso modo come si ripara il tessuto connettivo nei legamenti e tendini con la proloterapia classica. Questi nervi cutanei sono noti per essere responsabili delle condizioni dolorose identificate come ‘nevralgie’ o ‘dolore neuropatico periferico’. I tronchi nervosi della pelle sono costituiti per l’ 80% da tessuto connettivo e sono strutturalmente simili ai tendini e legamenti.Esiste ora anche una stringente evidenza scientifica che nervi molto piccoli che innervano il tronco, noti come ‘nervi nervorum’, sono responsabili dell’infiammazione del tessuto connettivo del tronco nervoso e dei tessuti circostanti. Questo fatto interessante e sorprendente è noto da più di 125 anni. E’ anche noto che questa ‘infiammazione neurogena’ differisce dalla convenzionale infiammazione perché non risponde agli antinfiammatori o alle infiltrazioni di cortisone. Questa è una delle ragioni per cui le comuni droghe usate si dimostrano inefficaci in molte condizioni dolorose in abbinamento alla crescente consapevolezza che non sono senza effetti collaterali.E’ chiaro dalle osservazioni cliniche su più di tremila pazienti e dalla grande serie di casi che la neural proloterapia in effetti inverte’l’infiammazione neurogena’ e risolve il dolore neurogeno. Questo risultato apre la via all’esplorazione di altre sostanze che possano avere il potenziale di invertire l’ ’infiammazione neurogena’ simili al al glucosio ma senza che si debba infiltrarlo. Una di queste sostanze è già stata identificata nella vitamina D sottoforma di compresse e crema dermica. Il Dr John Lyftogt sta studiando altri farmaci promettenti e sta provando queste ‘cure potenziali’ per debellare dolore e lesioni.

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